
Non è solo una questione di… facciata
Dalle facciate storiche alle soluzioni ecosostenibili
Le facciate artistiche
La facciata di un edificio ha sempre avuto un ruolo prìncipe nella storia dell’architettura. Prima di tutto perché rappresenta lo spazio fisico che delimita l’ambiente esterno di una costruzione da quello interno, in secondo luogo perché dètta il modo in cui essa si inserisce nel contesto architettonico che la circonda e, non ultimo, perché è – artisticamente – il “biglietto da visita” dell’edificio stesso. La pietra è sempre stata utilizzata per ricoprire e abbellire le facciate esterne, spesso facendo ricorso a marmi preziosi provenienti da paesi lontani, come accadde ad esempio a una delle facciate storiche più belle d’Italia, quella decorata “a marmore e diamanti” del Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
La pietra protagonista
Il Palazzo dei Diamanti, uno degli edifici rinascimentali più rinomati del mondo, venne chiamato in questo modo grazie alla forma degli oltre 8.500 blocchi di marmo che compongono il suo bugnato. Il marmo bianco, abbellito da eleganti venature rosa, è lavorato e sfaccettato nella forma delle pietra preziosa da cui prende il nome, il diamante. La ricchezza del bugnato è impreziosita da uno speciale effetto ottico, sapientemente realizzato da maestranze di altissimo livello: le fessure tra un blocco di marmo e l’altro sono state eliminate per dare l’impressione che la facciata sia stata ricavata da un unico blocco, in cui sono stati “incastonati” i diamanti marmorei.
Le facciate ventilate
Nel corso del tempo gli architetti hanno pensato alle facciate in pietra non solo come elementi di valorizzazione estetica del progetto architettonico, ma anche come soluzioni dove la pietra naturale viene utilizzata rispettando parametri e vincoli di sostenibilità. In quest’ultimo caso la pietra naturale e il marmo si inseriscono nelle cosiddette facciate ventilate, un sistema di costruzione multistrato che permette all’edificio di migliorare l’efficientamento energetico, lasciando una camera d’aria tra la struttura portante e il rivestimento. Lo spazio vuoto lasciato tra la parete e il rivestimento, generando moti convettivi, favorisce la traspirabilità dell’edificio, riduce la dispersione di calore in inverno e ne evita l’accumulo in estate.
Viste esterne del teatro La Scala, Milano. Fotografia © Pino Musi. (Archivio Mario Botta)
Soluzioni a regola d’arte
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Palazzo di Giustizia di Firenze Credit: Wikipedia